Fotovoltaico con accumulo e autonomia energetica

Fotovoltaico con accumulo e autonomia energetica

Di ecosostenibilità ambientale, e di come diminuire l’impatto dell’uomo sul pianeta, si parla sempre più spesso, e le persone cominciano a prestare la giusta attenzione alla tematica. Forse perché negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni climatici davvero estremi, che di conseguenza stanno cambiando il modo di affrontare il problema.

Una delle soluzioni che può contribuire positivamente proviene dall’autonomia energetica domestica, possibile grazie al fotovoltaico con accumulo. Vediamo insieme in cosa consiste e da quali elementi è composto.

Autonomia energetica domestica: come raggiungerla

La creazione di un ambiente domestico ecosostenibile permette di ridurre i consumi energetici ma anche il nostro impatto sul pianeta. Un esempio in tal senso proviene dagli impianti fotovoltaici residenziali. Questo perché contribuiscono all’autoproduzione di energia, consentendo la quasi totale indipendenza dalla rete elettrica.

Questo è valido soprattutto se l’impianto è corredato da una pompa di calore e da una batteria di accumulo. In questo modo sarà possibile produrre la quasi totalità dell’energia di cui una casa ha bisogno, ma anche risparmiare sul riscaldamento e sull’acqua calda grazie al fatto che si può stoccare l’energia non utilizzata.

Come funziona il fotovoltaico con accumulo

Il modo migliore per produrre energia elettrica in maniera autonoma prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico con accumulo. Per gli impianti domestici dunque, vengono utilizzati i pannelli solari monocristallini, dal momento che sono i più efficienti, e soprattutto sono in grado di assorbire la luce del sole nel momento in cui è perpendicolare alla superficie dei pannelli stessi.

L’energia proveniente dai pannelli viene trasformata attraverso l’inverter, e “conservata” grazie al suddetto sistema di accumulo. Ciò significa che non è necessario sfruttare istantaneamente l’energia prodotta, ma è possibile immagazzinarla per poi utilizzarla nel momento del bisogno. Un altro accorgimento utile per raggiungere l’autonomia energetica domestica riguarda l’acquisto di una pompa di calore.

Tale pompa potrà innanzitutto funzionare grazie all’energia elettrica autoprodotta, ma oltre questo potrà anche fornire acqua calda e riscaldamento sostanzialmente a costo zero. Inutile sottolineare come agire in questo modo significhi davvero ragionare per diminuire il nostro impatto sul pianeta. D’altronde la diffusione capillare del fotovoltaico è una delle principali prerogative per il raggiungimento degli obiettivi energetici entro il 2030, voluti dalle Nazioni Unite.

La diffusione del fotovoltaico

Il primo impianto fotovoltaico installato in Italia risale al 1979, ma solamente negli anni ’90 inizia la prima grande diffusione. A supporto, anche una serie di incentivi statali introdotti nei primi anni 2000. Da quel momento tale diffusione non si è mai fermata, e dopo tanti anni il trend continua ad essere positivo. Il nostro Paese in tal senso si sta comportando piuttosto bene, e già nel 2005 la quota di energia fotovoltaica utilizzata era del 16,3%.

Non passa anno senza che questo dato non continui a migliorare, e oggi sfioriamo quasi il 18%, posizionandoci davanti a Francia e Germania. Meglio di noi solamente Spagna e Regno Unito. Per comprendere meglio quanto si stia investendo in questa direzione, basti pensare che dal 2009 al 2018 il numero di impianti è sostanzialmente decuplicato, passando da poco più di 76.000 oltre 800.000 unità.

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