Impianto antincendio industriale: norme da seguire
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Quando si parla di impianto antincendio si fa riferimento a un complesso formato da una rete alimentata ad acqua da utilizzare in caso di incendio.
Si tratta quindi di un impianto il cui scopo primario è quello di garantire la massima sicurezza e incolumità, che sia essa privata o pubblica. Un impianto antincendio per essere considerato efficace e sicuro deve essere in grado di coprire interamente tutta la zona di competenza e deve seguire necessariamente le normative in vigore (Legge n. 46/90 – Norme UNI 10779).
Impianto antincendio: le diverse tipologie presenti
Un sistema antincendio è formato solitamente da due componenti basi:
- una rete di tubazione utile per l’alimentazione idrica;
- sensori termosensibili che si attivano automaticamente in caso di bisogno.
Esistono diverse tipologie di sistemi antincendio volti a soddisfare ogni esigenza. Di seguito, un elenco delle principali tipologie presenti e perché e quando scegliere uno piuttosto che un altro.
- Sistemi a umido. In questo tipo di sistema, nelle tubature si trova acqua a pressione. Se viene installato in ambienti particolarmente freddi, è bene far scorrere nelle tubature anche miscele antigelo.
- Sistemi a secco. Qui nelle tubature troviamo aria a pressione che consente la fuoriuscita di acqua. A differenza del precedente, si tratta di un sistema consigliato a basse temperature, perché in grado di evitare il congelamento dell’acqua.
- Sistemi a diluvio. Consigliato in ambienti chiusi, ove esiste un alto rischio di incendi pesanti. Infatti, si tratta di un sistema sprovvisto di tappi e termosensibili, che in caso di incendio fa fuoriuscire acqua da tutti gli erogatori presenti.
- Sistemi a preallarme. Questo sistema prima di attivarsi necessita di una doppia prova. Si tratta infatti, di un sistema che per attivarsi necessità di una certezza relativa all’incendio. Viene solitamente installato in luoghi ove l’acqua non è elemento tanto gradito, perché può danneggiare oggetti e merci.
Manutenzione impianti antincendio
Secondo l’art.4 del D.M. del 10/03/98, la manutenzione degli impianti antincendio deve essere effettuata con regolare periodicità da ditte specializzate. Per essere in linea con le normative vigenti, ogni intervento di manutenzione deve essere coerente sia con le regole tecniche che con gli standard qualitativi. Infatti, un intervento di manutenzione non certificato da documentazione completa, non può ritenersi a norma, nè tantomeno valido. Può capitare che si ometta la manutenzione degli impianti o che essa non sia accompagnata da valida documentazione: in questo caso, secondo la legge, è possibile andare incontro a multe salate, che variano dai 2000 ai 10000 euro, o addirittura ad arresto (generalmente da 3 a 6 mesi).
Generalmente, le operazioni di manutenzione, fanno riferimento ai seguenti impianti:
- segnaletica di sicurezza
- estintori
- pulsanti d’allarme
- rilevazione fumi
- rilevazione atmosfera esplosiva
- reti di idranti e stazioni di pompaggio
Per essere conformi alle normative vigenti in Italia, la manutenzione deve necessariamente essere in grado di garantire la massima efficienza e longevità degli impianti.